Da dove proviene il cotone che sto usando? Questa è diventata una domanda alla quale il mondo della moda non può più fare a meno di rispondere. Eppure è anche una delle informazioni più difficili da reperire. Per decenni il funzionamento del mercato del cotone si è basato su un modello commerciale che ha visto i trader avere sempre maggiore importanza nelle transazioni. Tra la piantagione e la filatura, ci sono i trader che organizzano, spostano, comprano, vendono, decidono i prezzi del mercato. Per capire perché è così difficile oggi reperire le informazioni sull’origine della materia, è fondamentale capire come operano queste strutture commerciali. Ed è proprio quello che cercherò di fare oggi io in questo numero del MAG: cercherò di spiegarvi come funziona il mercato del cotone, chi è che detiene l’informazione sulla sua origine e perché è così difficile condividerla.

Il problema non è di più facile soluzione quando si parla di cotone organico: anzi in questo caso è anche necessario mettersi al riparo dalle frodi: il mercato è pieno di certificati falsi.
Il primo ostacolo è la mancanza di un sistema di tracciabilità standard che identifichino una procedura univoca per il tracciamento. Poi c’è il problema della dimensione aziendale: quelle agricole, che coltivano il cotone, possono essere sia di piccole dimensioni che di migliaia di acri e anche questo rende difficile stabilire una procedura. Anche se si possono avere informazioni sulla superficie dei campi coltivati, non è possibile misurare la resa, perché dipende da molti fattori. La Cina nel 2022 ha raccolto 5,98 milioni di tonnellate di cotone, l’India 5,33 e gli Stati Uniti 3,8 milioni. Ma questo dato ci dice poco sulla qualità della fibra e fra poco vi spiegherò qual è il ruolo del trader anche in questo ambito.
Ci sono delle tecnologie che permettono di stabilire l’origine del cotone grazie a delle analisi che stanno prendendo velocemente campo. Io ho avuto occasione di vedere al Laboratorio TIL a Prato come viene effettuata la geolocalizzazione del cotone grazie all’analisi delle terre rare e degli isotopi stabili. La combinazione di queste due misurazione permette di identificare la zona di origine della fibre, grazie a un lavoro attento di mappatura. E’ importante avere gli strumenti per verificare le informazioni, ma ci deve essere un sistema di tracciabilità funzionante, visti i volumi di fibra che fanno il giro del mondo.
Ma torniamo al MAG. In questo numero parleremo di:
SOMMARIO
I cotton traders
Come funziona il mercato del cotone
Le sovvenzioni al cotone
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