#97 Occhi puntati sulla Strategia per il tessile sostenibile
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E’ uscita la Strategia Europea per il Tessile Sostenibile: l’aspettavamo da un po’ eravamo anche preoccupati per il suo contenuto. Immaginavamo grandi rivoluzioni, invece contiene una serie di previsioni di buon senso di cui avevamo già parlato e che in ogni caso aspettano di trasformarsi in norme cogenti. Ma ci vorrà del tempo: la maggioranza delle normative verrà emanata tra il 2022 e il 2025, con l’obiettivo di cambiare il volto del settore del tessile e moda entro il 2030 (qui potete trovare il calendario delle varie iniziative legislative)
Giovedì ho fatto un post sul magazine dove ho descritto il contenuto della Strategia a grandi linee. Lo potete leggere qui.
Emerge chiaramente che non solo per la predisposizione della normativa sarà necessario aspettare del tempo, ma anche che 'l’applicazione non coinvolgerà l’intero settore nello stesso momento. Soprattutto per quello che riguarda gli strumenti di trasparenza rivolti ai consumatori ci sarà una gradualità: si partirà da una serie di prodotti, per poi allungare la lista via via che viene testata l’efficacia degli strumenti scelti.
Questo percorso sarà definito nel Transition Pathway for the Textiles Ecosystem che dovrà definire concretamente come raggiungere gli obiettivi fissati dalla Strategia europea. Per definire questo percorso, è fondamentale la partecipazione delle imprese. Gli uffici della Commissione hanno predisposto un documento di lavoro che definisce alcune azioni che sono finalizzate a creare un percorso di transizione verso un ecosistema tessile più resiliente, sostenibile e digitale. Su questo documento gli stakeholder (quindi anche le imprese) possono esprimere la propria opinione, rispondendo a un questionario che trovate a questo link. La bozza di documento non è di facile interpretazione, ma c’è tempo fino al 15 maggio per rispondere. Quindi ne riparleremo presto, quando avrò approfondito, ma poi dobbiamo rispondere in massa per far sentire la voce delle imprese italiane. Questa è la lista di tutte le consultazioni pubbliche che ci sono state negli ultimi anni per arrivare alla elaborazione della Strategia: tantissimi appuntamenti, ma se vado a vedere ogni incontro, scopro che siamo poco presenti. In Europa le leggi si fanno così: con studi, consultazioni e valutazioni di impatto. Se vogliamo collaborare a definire il futuro del settore moda, dobbiamo farlo seguendo le regole del gioco.
La Strategia Europea per il tessile sostenibile parla anche del riuso, consapevole che in questa attività sono coinvolte anche molte imprese sociali, che di fatto di occupano di fare la raccolta e la prima selezione dei materiali. Secondo lo studio della Commissione Europea in media, un'impresa sociale crea 20-35 posti di lavoro ogni 1.000 tonnellate di tessuti raccolti (e su questo dato so già che ci sono delle imprese pratesi che non concordano). La Commissione ritiene fondamentale sostenere l'adozione e i partenariati per l'economia circolare tra imprese sociali e le imprese tradizionali per esplorare le opportunità di riutilizzo e riparazione che i tessili forniscono.
Si prevede anche che gli Stati membri possano adottare misure fiscali favorevoli per il settore del riutilizzo e della riparazione: probabilmente questa sarà un’azione che darà grande slancio al settore.
Tutte queste azioni per promuovere l’economia circolare e l’allungamento della vita del prodotto verranno promosse con l’hashtag #ReFashionNow: saranno coinvolti designer, produttori, rivenditori e cittadini, chiamati a disegnare la moda del futuro, tenendo conto anche dei concetti di inclusione.
Ci sono anche altri aspetti che hanno attirato la mia attenzione, ma per adesso mi fermo qui; nelle prossime settimane vi proporrò altri approfondimenti.
Next ha annunciato su The Guardian che per l’autunno è previsto un aumento dei prezzi dell’8%, legato alla carenza “cronica” di personale (leggete qui). La previsione si accompagna a una critica al Governo inglese che ha reso troppo complicato per gli stranieri lavorare nel Regno Unito, mettendo in difficoltà le imprese. Secondo il CEO, Simon Wolfson l'inflazione è stata alimentata da "carenza cronica di manodopera" insieme all'interruzione delle catene di approvvigionamento globali. Così come è emerso anche dai bilanci annuali di Zara e di H&M, è l’e-commerce ad aver salvato il profitto quest’anno. Tanto che Next prevede di chiudere 140 negozi dei suoi 470 nei prossimi anni. Se volete capire dove sono localizzate le piattaforme di e-commerce più usate, cliccate qui.
Buona lettura
PS: Vorrei salutare i nuovi lettori, che questa settimana sono davvero tanti. Non so perché ci sono stati così tanti nuovi iscritti, ma vi ringrazio per la vostra attenzione.
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Trafficanti di rifiuti - Micromega
Sostenibilità/ Accesso al credito, personale, ricavi: così l’impresa ci guadagna - Ilsussidiario.net
In genere le domande le faccio io, ma questa volta è stata Sara Zampollo a intervistarmi, nel nuovo episodio del podcast di Intrecci Etici. Potete ascoltarlo sulle principali piattaforme.
La settimana scorsa aspettavamo la pioggia, che per fortuna è arrivata: forse trascorreremo un weekend con l’ombrello, ma dobbiamo portare pazienza Se vi annoiate, potete scrivermi a silvia@solomodasostenibile.it.
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