#5MAG I materiali alternativi alla pelle
Il Magazine di Solo Moda Sostenibile
Ho letto da qualche parte che ogni due mesi una nuova alternativa alla pelle a base vegetale arriva sul mercato dei materiali, promettendo di rivoluzionare l'industria della moda. Non so se davvero ogni due mesi ci sia una novità, ma sicuramente in questo settore c’è un grande fermento e circolano tantissimi investimenti.
Secondo la Material Innovation Initiative, nel 2021 le società di materiali di nuova generazione hanno raccolto 980 milioni di dollari, più del doppio del 2020. Il 70% di queste società si occupa di sviluppare materiali alternativi alla pelle.
Questo sta aumentando enormemente l’offerta, ma sta anche diventando un vero e proprio campo minato per i brand che devono decidere se e come impiegare questi materiali di ultima generazione, che sono stati ancora poco applicati e sperimentati e possono riservare delle sorprese.
L'interesse per i materiali alternativi alla pelle (non chiamateli “pelle vegana” perché per la normativa italiana è pelle sono un materiale di origine animale) continua a crescere, con marchi come Ganni, Reformation, Gucci, Tory Burch, che disegnano prodotti con materiali vegetali sviluppate internamente (è il caso di Demetra di Gucci) o realizzate da startup tra cui Bolt Threads. La questione è spinosa, non solo tecnicamente ma anche eticamente.
La scelta di rinunciare all’uso della pelle è legata alla necessità di rispettare i diritti degli animali, interrompere il loro sfruttamento e la loro sofferenza. Dall’altra parte ci sono le ragioni di chi sostiene che la pelle è un prodotto di scarto dell’industria alimentare, un prodotto circolare che ha una lunga vita. In mezzo a queste due posizioni c’è l’impatto chimico, ma secondo me è un problema con il quale devono fare i conti entrambe le posizioni: i materiali alternativi sono spesso realizzati con sostanze e finissaggi plastici, la pelle viene conciata con sostanze chimiche altrettanto impattanti.
L’aspetto etico ho cercato di approfondirlo in un episodio del podcast (lo trovate qui), senza prendere posizione, perché non c’è una posizione da prendere. E’ una di quelle situazioni in cui ciascuno deve scegliere sulla base dei propri valori e delle informazioni che ha. E questo approfondimento sui materiali alternativi alla pelle serve proprio a questo: a mettere insieme un po’ di informazioni utili.
Io vedo questa apertura verso i materiali alternativi anche come una grande opportunità per il tessile: di fatto la base di questi materiali è tessile, che poi viene trattata con finissaggi particolari. Quindi il confine tra tessile e pelletteria si fa più labile, anche perché in molti casi questi materiali sono trattati dalle concerie che trattano la pelle e che stanno adattando i loro processi.
Insomma, ci sono tante sfide in corso e questa non è una partita che interessa solo l’abbigliamento: anche l’arredamento e l’automotive, grandi utilizzatori di pellami, stanno sperimentando su questi materiali, con investimenti pesanti.
In questo numero del MAG parleremo di:
SOMMARIO 1. Perché abbiamo bisogno di alternative 2. Ingredienti essenziali: PVC e PU 3. Una carrellata di materiali alternativi già sul mercato 4. E' solo l'inizio
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