Non sapete quanto sia bello ritrovarvi qui, questa mattina! L’estate è passata veloce, ma questo appuntamento settimanale mi è mancato. Spero che abbiate passato delle vacanze serene: io ho letto molto, ho iniziato tanti lavoretti con ago e uncinetto che non ho finito, ho fatto e rifatto e disfatto liste. Ed eccomi qua, pronta per un nuovo anno.
Impossibile staccare la spina, anche perché il momento è molto complicato. Il mondo della moda sta attraversando una fase straordinaria, perché non credo che si sia mai presentata una crisi così, che riguarda l’intero comparto e anche tutte le fasce di prezzo. Il mondo che conoscevamo prima non tornerà più: con il bagaglio di conoscenza e di coinvolgimento che i consumatori hanno adesso, non torneranno più ad acquistare così tanti capi di abbigliamento. C’è una questione di soldi e di potere di acquisto in continuo calo, ma c’è anche un mutamento sociale: una volta abbandonate le “uniformi” (quella per andare al lavoro, a teatro, a cena fuori, a correre, etc) adesso ognuno è libero di vestirsi come vuole e non c’è più quella necessità di omologazione che è stata una delle cause della sovrapproduzione. Le persone preferiscono investire quello che hanno in viaggi, esperienze, cene. E poi in cosmetici: avere una bella pelle, dei capelli sani e le mani in ordine è diventato più importante di quello che si indossa.
Secondo me ruota tutto intorno al TEMPO, l’innesco del cambiamento:
Innanzitutto il tempo inteso come durabilità: comprare meno, ma meglio, imparando a riconoscere la qualità. Lo chiede anche la normativa europea in corso di approvazione, che definirà dei requisiti tecnici per misurare la durabilità di un capo. E’ una rivoluzione che coinvolgerà tutti, ma chi giù segue questi concetti nelle proprie produzioni non deve avere paura degli stravolgimenti, perché si troverà avvantaggiato rispetto a chi produce solo per fare volume;
Il tempo è fondamentale anche per la filiera produttiva: le aziende più piccole e vulnerabili stanno già mostrando segni di cedimento di fronte a questi mesi di rallentamento. Prima che il sistema riprenda (seguendo nuovi paradigmi, quello che è stato non torna) ci vorrà ancora un po’ di tempo e potrebbe essere fatale per alcune aziende: potrebbero perdersi dei processi produttivi, creare delle falle rischiose che in un sistema a filiera potrebbero rendere difficile continuare a produrre. Qualcuno dovrà farsi carico di questo problema;
Tutto diventa “timeless”, non esistono più le stagioni, i trend sono sempre meno definiti. Il ritmo della produzione non è più scandito dal tempo, ma dalla durata: una rivoluzione di approccio alla moda che ha accelerato talmente tanto il timing nella presentazione delle collezioni, da far perdere il ritmo e ognuno suona questa musica modo suo.
E poi c’è il tempo che non vogliamo prenderci per fare le cose come si deve. Presto e bene non esistono, dicevano le nostre nonne; e chi ci prova è destinato a fallire, per la fretta. Per una trasformazione importante del sistema produttivo ci vuole tempo e forse il sistema moda si è fatto affascinare da slogan coinvolgenti e ispirazionali, promettendo cambiamenti sostanziali entro il 2025 o il 2030 senza rendersi conto della portata della sfida. Dai propri headquarters i brand hanno immaginato che ridurre i propri imbatti sociali e ambientali sarebbe stato molto più semplice di quello che in realtà è. Ci sono milioni di persone e centinaia di migliaia di fabbriche che devono essere accompagnate in questo percorso. Seduti a un tavolo di vetro, qualcuno non ha pensato che quello che stava scrivendo nei propri report avrebbe richiesto un lavoro così immenso. La maggioranza dei brand non conosce ancora i nomi dei propri fornitori e subfornitori, per capirci, e senza questo, come si fa a cambiare?
Bisognerebbe che qualcuno avesse il coraggio di essere sincero, di dire chiaramente che è stato fatto un errore di valutazione, che per rendere il mondo della moda responsabile e circolare ci vorrà del tempo, saranno necessari investimenti (tanti) e impegno (tantissimo). E’ inutile fingere che la soluzione sia a portata di mano, perché non è così. Però quella necessità di dover fingere di essere sulla strada giusta, che quegli obiettivi urlati ai quattro venti stanno per essere raggiunti, rende i brand più vulnerabili, li costringe a essere meno trasparenti perché temono di essere giudicati, e poi anche meno coraggiosi nel cambiamento.
Questo lo dico perché nelle ultime settimane ho letto decine di articoli su siti e social tutti denigratori nei confronti di qualsiasi brand, di qualsiasi Paese o fascia di mercato. E’ diventato una specie di sport quello di criticare il mondo della moda, di scrivere degli effetti negativi sull’ambiente e sulle persone e criticare la sovraproduzione. Spesso questi articoli sono superficiali e leggeri come l’aria: criticare per il gusto di farlo, senza essere costruttivi, è molto semplice, perché la critica crea empatia immediata. L’effetto è quello di rendere i brand (che spesso sono delle tartarughe) anche molto cauti: fermi e chiusi nel loro guscio aspettano il passaggio di una bufera che forse hanno provocato, ma che sicuramente non sanno come affrontare.
L’articolo creato solo per cercare like non è informazione, ma solo uno strumento di marketing. Per parlare di un tema bisogna innanzitutto essere competenti: le liste dei buoni e dei cattivi non servono (e poi i cattivi fanno sempre più notizia), questo mondo è pieno di opacità, di situazioni difficili da inserire in una casella. Io apprezzo molto di più l’autenticità di un brand che condivide un percorso, racconta le proprie difficoltà e i propri successi, gli obiettivi da raggiungere, i cambiamenti di cui andare fieri. Nessuno riesce ad essere autentico, perché tutti hanno messo in gioco la propria credibilità con manifesti, commitment, dichiarazioni e misurazioni. E quindi tutti sono ostaggio di quello che hanno dichiarato con troppa leggerezza.
Fermiamoci un attimo: ognuno si prenda la responsabilità di fare una riflessione e dire che è stato fatto un errore di valutazione e che le cose non sono così semplici da cambiare. Di dire che c’è più tempo e la trasformazione del settore deve essere attuata, ma con in un altro modo. Basta giocare a nascondino: vogliamo sapere quali sono gli obiettivi raggiunti davvero e quelli che invece potranno essere raggiunti in tempi certi. Vogliamo applaudire alle innovazioni e alle soluzioni che possono essere condivise sul mercato con tutti gli attori, perché stiamo giocando tutti sullo stesso campo di gioco. Vogliamo incoraggiare chi ha voglia di cambiare davvero e lo dimostra quotidianamente e ignorare chi fa solo finta per ottenere consenso. Riscriviamo la linea del tempo del percorso di responsabilità della moda, ma che sia veritiera, ambiziosa, impegnativa e che soprattutto sia attuabile. Ci vuole competenza anche per riconoscere che una cosa si o non si può fare. Insomma, che qualcuno inizi a spiegarci a che punto siamo, perché francamente è molto difficile da capire e un certo tipo di comunicazione ci fa sentire ancora più smarriti.
Oggi è andata così, abbiamo fatto due chiacchiere di fronte a un caffè. Da sabato prossimo tornerà l’informazione con tutte le news del settore.
Buona lettura
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Torna l’appuntamento con il Natural Fibre Connect, che si svolgerà il 19 e il 20 settembre a Biella, ma con una tappa a Prato dedicata al mondo del riciclato prevista per il 18 settembre. Proprio a Prato il team di Textile Exchange presenterà il nuovo Standard Materials Matter e il progetto pilota sulle fibre riciclate che è stato realizzato a Prato nelle ultime settimane. Il nuovo Standard sarà applicato a tutte le certificazioni di Textile Exchange, con l’obiettivo di razionalizzare le procedure di certificazione, senza perdere la loro affidabilità. Nella seconda metà del 2025 sarà pubblicato lo Standard finale, che entrerà in vigore nel 2026. Questi incontri sono fondamentali per capire in quale direzione stanno andando le nuove richieste. L’incontro pratese sarà moderato da me.
La conferenza ufficiale si svolgerà a Biella e il focus sarà invece sul mondo delle fibre naturali, sopratutto su quelle animali, con due giorni molto intensi di interventi che toccheranno le sfide in atto, dalla sostenibilità, agli aspetti chimici, a quelli sociali.
La tappa pratese è a ingresso gratuito, grazie alla collaborazione di Confindustria Toscana Nord, che ospiterà l’evento. L’evento di Biella è a pagamento. Potete iscrivervi a entrambi da questo link e consultare i programmi tramite il sito dell’evento.
Ripartono le proiezioni di “Stracci”. Il 15 settembre alle ore 10 sarà proiettato all’interno della @Slow Fashion Cinema Arena allestita all’interno della fiera Milano Fashion & Jewels a Rho. Seguirà un dibattito al quale prenderò parte insieme alle due fondatrici di Sfashion-net, Guya Manzoni e Marina Savarese, che curano anche l’area “Exploring Sustainable Fashion” all’interno della fiera.
Siamo arrivati ai saluti, abbiamo ripreso il ritmo. Come sempre, se volete scrivermi: silvia@solomodasostenibile.it.
Sto cercando nuovi collaboratori e collaboratrici, anche non residenti a Prato: scrivetemi se vi interessa. Va bene il CV, ma mi raccomando nella mail parlatemi un po’ di voi: un lavoro si impara, se c’è passione.
Per le aziende invece, ci sono tante possibilità di collaborazione. Ad esempio:
potete inserire un banner sulla newsletter
oppure un banner sul sito www.solomodasostenibile.it
o supportare il podcast con un piccolo spot
Per tutte queste cose dovete però scrivere a info@kovelab.com, che gestisce questa parte. Naturalmente il vostro supporto è un aiuto per continuare a portare avanti questo lavoro e lasciarlo libero e accessibile a tutti.
E ora vi lascio al vostro weekend, ci ritroviamo presto!
Bravissima Silvia, come sempre riesci a interpretare il "sentiment" che gira presso chi si preoccupa della sostenibilità e sa anche come è difficile portarla avanti nel lavoro quotidiano!
Complimenti per la sintesi sulla questione moda e sopratutto sui tempi e i costi!!! Anche costi a livello umano perché’ la fretta di risolvere un problema, peraltro gonfiato ad arte, creerà’ problemi sociali enormi-leggi disoccupazione!!